Sara Baroni, fondatrice di Dea – Archivio
Nasce Dea-Élite Empowerment Hub, una community innovativa che offre formazione gratuita, mentoring e networking per supportare le donne nella creazione di imprese ad alto impatto economico e sociale. Pensata per imprenditrici e aspiranti tali, coach professioniste, enti, Ong-Organizzazioni non governative, Centri antiviolenza, attiviste e formatrici etiche, Dea aiuta le donne a costruire brand e business di successo. Che si tratti di sviluppare un’idea, ampliare un’attività o esplorare nuove opportunità, fornisce strumenti concreti per superare le barriere strutturali che ancora frenano l’imprenditoria femminile: dal divario di accesso ai finanziamenti alla scarsa rappresentanza nei ruoli di leadership, fino alla limitata visibilità nel digitale.
I dati parlano chiaro: secondo il Global Gender Gap Report, ci vorranno ancora almeno 131 anni per colmare il divario di genere a livello globale. L’Italia, con 68,2 punti, si posiziona solo al 13esimo posto nell’Ue per uguaglianza di genere, dimostrando quanto sia ancora lungo il cammino verso una effettiva parità di diritti e opportunità. Ma se guardiamo al solo ambito lavorativo, la situazione è ancora più critica: secondo l’Indice Eige, l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa per parità di genere nel lavoro, una posizione che occupa ininterrottamente dal 2010. Le donne continuano a scontrarsi con ostacoli strutturali che limitano l’accesso a impieghi stabili, alle opportunità di carriera e ai ruoli di leadership. Nonostante il 52,5% delle donne partecipi al mondo del lavoro, la presenza femminile nelle posizioni di vertice rimane limitata. Solo il 36,4% delle posizioni di leadership, infatti, è occupato da donne, un dato persino in calo rispetto al 37,5% del 2022.
Anche nell’imprenditoria il divario è evidente: le imprese femminili in Italia sono 1,3 milioni, il 22,2% del tessuto produttivo nazionale, ben al di sotto della media europea del 32%. Il Mezzogiorno si distingue per una maggiore incidenza di aziende guidate da donne, con Molise, Basilicata e Abruzzo in testa. A livello urbano, Roma conta 103mila imprese “rosa”, seguita da Milano (64mila) e Napoli (62mila). Non solo, nonostante le donne in Italia rappresentino il 57,4% dei laureati, continuano a scontrarsi con difficoltà nell’accesso al lavoro; e solo il 36% delle donne con un titolo inferiore al diploma trova un impiego, contro il 72% degli uomini e il 47% della media europea.
Oltre agli ostacoli strutturali, le imprenditrici si trovano di fronte a un divario evidente nei finanziamenti: ricevono in media il 50% di fondi in meno rispetto agli uomini per progetti simili, limitando il loro potenziale di crescita e innovazione . Anche il digitale, se da un lato rappresenta un’opportunità, dall’altro rischia di amplificare le disuguaglianze: gli algoritmi, spesso influenzati da bias di genere, penalizzano i contenuti femminili, riducendone visibilità e opportunità professionali.
Dea nasce proprio per cercare di rispondere a queste sfide e colmare il divario economico e sociale. La community mette a disposizione gratuitamente contenuti formativi su imprenditoria, leadership, branding e strategie di crescita, oltre a webinar e materiali di approfondimento. Alcuni dei corsi disponibili includono: Come trovare e accedere a bandi e fondi per l’imprenditoria femminile, Come creare un brand femminista, Come fare marketing e pubblicità etica per contrastare la violenza di genere. Altri temi includono editoria, Seo per Instagram 2025, creazione di un cv potente e sviluppo di imprese green. Dea non è solo formazione: è un hub di networking dinamico, dove imprenditrici e professioniste si connettono con attiviste, politologhe, associazioni, giornaliste ed europrogettiste, condividono competenze e creano nuove opportunità. Attraverso eventi, workshop e incontri tematici, la community offre spazi di confronto, ispirazione e accesso a risorse concrete per far crescere i propri progetti.
«Vogliamo creare una rete di donne che si supportino a vicenda, condividendo conoscenze e competenze per generare nuove opportunità di business etici a sostegno dei diritti economici, sociali e politici di tutte le donne. Dea è aperta a tutte: imprenditrici in erba, professioniste affermate e donne che desiderano ampliare la propria attività. Cerchiamo persone che vogliano mettere a disposizione della community le proprie competenze. Crediamo nel sostegno reciproco per creare business potenti che possano essere promotori di iniziative importanti per le donne nel nostro Paese», spiega Sara Baroni, fondatrice di Dea.
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