Musk blocca le carte di credito ai dipendenti della base di Aviano


Un solo dollaro. È tutto ciò che si sono ritrovati sui conti i dipendenti civili della base di Aviano dopo il blocco delle loro carte di credito governative. Dopo la controversa email che chiedeva ai lavoratori delle basi militari Usa in Italia di “spiegare se sono utili”, il miliardario sudafricano passa ai fatti con una stretta finanziaria. Per 60 dipendenti degli uffici acquisti della base friulana, il 6 marzo è arrivata una comunicazione ufficiale: carte congelate per 30 giorni e conti ridotti a un solo dollaro.

Il motivo è, si legge, “migliorare la trasparenza della spesa federale e ridurre il numero di carte in circolazione”. I sindacati italiani temono che dietro questa decisione si nascondano demansionamenti e tagli al personale.

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Carte di credito congelate per 30 giorni

La comunicazione ufficiale del Doge è arrivata ai supervisori lo scorso 6 marzo e ha colpito in pieno i dipendenti civili impiegati negli uffici acquisti. Per loro, le carte di credito governative utilizzate per le spese di gestione sono state congelate per un periodo di 30 giorni, lasciando sui conti un saldo simbolico di un solo dollaro.

Secondo la versione ufficiale fornita dal Dipartimento della Difesa Usa, il blocco delle carte rientra in una revisione generale delle spese federali per “migliorare la trasparenza e l’affidabilità dei fondi destinati a contratti, sovvenzioni e prestiti”. Inoltre, sembra che il governo americano stia valutando una riduzione complessiva del numero di carte in uso nelle basi militari, il che potrebbe avere ripercussioni anche sulle operazioni quotidiane dei dipendenti civili.

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Sindacati in allarme

L’improvvisa sospensione delle carte di credito ha generato forti preoccupazioni tra i lavoratori e i sindacati, che temono conseguenze più gravi nel prossimo futuro. Secondo la Uil, la decisione – che segue l’invio della famosa email – potrebbe anticipare una revisione dei ruoli all’interno della base, con il rischio di demansionamenti o ridimensionamento degli organici.

A questo si aggiunge un altro elemento di tensione: da giorni, i sindacati stanno contestando la richiesta imposta dallo stesso Musk ai dipendenti delle basi militari Usa, inclusi quelli italiani, di giustificare la propria attività lavorativa settimanale con una relazione dettagliata. Anche in quel caso, chi non avesse risposto all’email avrebbe rischiato il licenziamento o la sospensione.

Ora, con il blocco delle carte, si teme un ulteriore giro di vite sui lavoratori. “Chiediamo un intervento del governo italiano per fare chiarezza sulla situazione e tutelare i dipendenti”, hanno dichiarato i rappresentanti della Uil. Nel frattempo, anche a Vicenza e Camp Darby sono arrivate segnalazioni di carte di credito congelate, confermando che la misura riguarda più basi militari statunitensi sul territorio italiano.





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