crescita del PIL post Covid rallenta nel 2023, imprese modenesi ancora in positivo


di Stefano MontanariLa filiera dell’edilizia, grazie ai massicci incentivi fiscali, ha contribuito in modo importante all’aumento del PIL nazionale negli anni post Covid. Nel 2023, tuttavia, il trend positivo, iniziato nel 2020, si è affievolito soprattutto a causa della riduzione del Superbonus, delle limitazioni introdotte alla cessione dei crediti fiscali e del ridimensionamento degli incentivi per l’efficientamento energetico e sismico. Il 2023 comunque si configura come un anno molto positivo per il comparto dove le imprese modenesi mostrano ancora una crescita robusta con un rafforzamento delle marginalità e della struttura patrimoniale, unica nota stonata il crollo dell’indice di copertura degli oneri finanziari.

L’ammontare dei ricavi aggregati nell’anno 2023 ha raggiunto il valore di 2,7 miliardi con un incremento rispetto all’anno precedente di ben 475 milioni (+21,6%). Tale percentuale salirebbe ad oltre il 38% se si escludesse il primo operatore del settore che da solo rappresenta il 16% dei ricavi. Si è trattata quindi di una crescita generalizzata, che ha riguardato quasi tutte le società del settore, con prevalenza di quelle di dimensione inferiore come dimostrano gli incrementi dei primi due quartili (+45,4% nel Q1 e +44,0% nel Q2). Nonostante occorra considerare l’aumento generalizzato dei prezzi in edilizia, conseguente alla bolla speculativa innescata dal Superbonus, la crescita dei volumi resta in ogni caso straordinaria.

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Sempre in ambito economico, si osserva che l’incremento dei ricavi ha determinato risultati operativi particolarmente brillanti per la filiera dell’edilizia. +98,7% l’incremento del valore mediano dell’Ebitda 2023 rispetto a quello 2022 e +122,9% l’incremento del valore mediano del Reddito operativo. Gli utili netti, seppur appesantiti dal peso degli oneri finanziari (+170% sul valore mediano), sono aumentati “solo” del 99,3%. In crescita anche tutti i ratios economici, sia quelli operativi legati alla redditività delle vendite (ROS dal 6,4% al 7,7%) e alla redditività del capitale investito (ROI da 6,2% a 7,5%), sia quelli netti legati alla redditività del capitale proprio (ROE da 18% a 20,3%).

I punti di attenzione riguardano, invece, la struttura patrimoniale. La crescita dei volumi ha determinato fisiologicamente l’incremento dell’attivo netto (+43,6% sul valore mediano) e l’incremento del numero degli addetti (+8,2% sul valore aggregato) che hanno pesato sulla struttura finanziaria delle società. L’aumento del patrimonio netto, infatti, (+47,8% sul valore mediano) ha consentito solo una parziale copertura dell’attivo incrementale come dimostra il rapporto d’indebitamento (leverage) che, seppur in leggera riduzione (da 3,5 a 3), rimane particolarmente elevato, poco meno del doppio rispetto al valore mediano della Top 500. Così l’incremento eccezionale degli oneri finanziari, combinato con un livello d’indebitamento elevato, ha determinato un vero e proprio crollo dell’indice di copertura degli oneri finanziari, passato da un valore mediano di 14,2 nel 2022 a 4,7 nel 2023.

Il 2024 si profila pertanto un anno difficile per le imprese del settore in cui il venir meno degli incentivi statali, si abbina per molte di loro a una struttura finanziaria pesante lasciata in eredità dagli anni del boom edilizio post Covid. La resilienza delle imprese modenesi si giocherà sull’abilità di intercettare le risorse pubbliche disponibili (in particolare quelle del PNRR) e sulla capacità di fronteggiare le tensioni di liquidità che il rallentamento dei ricavi e la stretta creditizia, già in atto per il settore, produrranno.

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