Donald Trump concede un mese di esenzione dai dazi ai produttori di auto statunitensi


La guerra dei dazi lanciata dal presidente statunitense mette in crisi anche le industrie delle automobili a stelle e strisce, le stesse che Donald Trump vuole proteggere. Dopo un colloquio dei funzionari della Casa Bianca con le principali case automobilistiche statunitensi, Stellantis, Ford e General Motors, Washington ha deciso di concedere un’esenzione di un mese dalle tariffe sulle importazioni di auto dal Canada e dal Messico, all’indomani dell’entrata in vigore di pesanti dazi sui paesi vicini.

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“Abbiamo parlato con i tre principali produttori e concederemo loro un’esenzione di un mese per i veicoli che arrivano nell’ambito dell’Aceum (l’accordo di libero scambio nordamericano, ndr). Il Presidente sta concedendo loro questa esenzione in modo che non subiscano alcuno svantaggio economico”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt durante un briefing con la stampa. Trump quindi concederà un’esenzione di 30 giorni a tutte le automobili e la loro componentistica che rientrano nell’Usmca, lo United States-Mexico-Canada Agreement. I dazi reciproci entreranno in vigore comunque il 2 aprile.

Perché Trump ha cambiato (per ora) idea

La Casa Bianca, su richiesta delle principali case automobilistiche statunitensi, ha dovuto fare un passo indietro, almeno per ora. Perché con l’entrata in vigore dei dazi al 25 per cento sui prodotti provenienti da Messico e Canada si rischiava di mettere in crisi l’intero settore automobilistico statunitense, nonostante la sua produzione avvenga dentro i confini americani: le aziende infatti esternalizzano parte della produzione in Messico e Canada, da dove arrivano molti dei componenti. Le tre principali case automobilistiche Usa avevano sottolineato che con i dazi avrebbero dovuto sostenere spese molto più alte rispetto ai produttori asiatici ed europei, non sottoposti a dazi. Spese che poi sarebbero ricadute sui consumatori, che avrebbero acquistato un veicolo a un prezzo superiore rispetto a quelli delle case asiatiche o europee. Gli analisti di Wolfe Research hanno previsto che le tariffe avrebbero aggiunto in media circa 3mila dollari al costo di un veicolo e circa 7mila sui modelli importati dal Canada o dal Messico. I pick-up full-size hanno un prezzo di transazione medio di circa 65mila dollari, secondo i dati di gennaio di Cox Automotive.

Lo stop, come detto, è temporaneo. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha spiegato che il provvedimento serve anche a sollecitare le aziende automobilistiche a “iniziare a investire e a spostare la produzione negli Stati Uniti, dove non pagheranno dazi”. I titoli delle aziende statunitensi del settore corrono a Wall Street con la decisione di Trump di far slittare di un mese i dazi sulle auto nei confronti di Canada e Messico. General Motors sale del 5,82 per cento, Ford del 4,99 per cento e Stellantis dell’8,35 per cento.

La telefonata tra Trump e Trudeau: “Sfrutta i dazi per rimanere al potere”

L’annuncio della sospensione temporanea avviene dopo la telefonata che c’è stata ieri sera tra Trump e il premier canadese Justin Trudeau. I due leader hanno cercato di trovare un accordo per risolvere la questione dei dazi al 25 per cento, imposti lo scorso martedì da Washington sulle importazioni canadesi. La conversazione però si sarebbe conclusa con un nulla di fatto. A confermarlo è stato lo stesso presidente statunitense su Truth. “Justin Trudeau mi ha chiamato per chiedermi cosa si può fare per le tariffe doganali”, ha scritto il presidente Usa. “Gli ho detto che molte persone sono morte a causa del fentanyl che attraversa i confini di Canada e Messico e niente mi ha convinto che si sia fermato. Ha detto che la situazione è migliorata, ma io ho detto che non è abbastanza”, ha ribadito. Trump ha precisato che la chiamata con il premier canadese si è conclusa “in modo un po’ amichevole! Non è stato in grado di dirmi quando si svolgeranno le elezioni canadesi, il che mi ha incuriosito: cosa sta succedendo lì? Poi ho capito che sta cercando di usare questo problema per rimanere al potere. Buona fortuna Justin!”. in altre parole, Trump ha accusato Trudeau di “cercare di sfruttare” il braccio di ferro sui dazi “per rimanere al potere”.

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