Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha dichiarato che oggi negli Stati Uniti potrebbero essere annunciate alcune esenzioni sui nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump per le importazioni di beni da Canada e Messico. In un’intervista, Lutnick ha comunque escluso che ci sarà una revoca totale dei dazi, ipotizzando più una soluzione intermedia dato lo spirito di collaborazione mostrato dai due Paesi.
Secondo indiscrezioni di stampa si tratterebbe del primo segnale pubblico da parte della squadra di Trump che indicherebbe, da parte del presidente americano, una certa indecisione sulla misura, considerata “la più grande serie di nuovi dazi statunitensi in quasi un secolo”. Lutnick ha dichiarato che Trump prenderà la decisione finale sulla concessione di eventuali sgravi a determinate industrie: ha detto inoltre che la tariffa del 25% imposta a Canada e Messico rimarrà in vigore, con l’obiettivo di rinegoziare un patto con i due Paesi vicini il prossimo anno.
Lutnick ha detto che l’amministrazione sta esaminando l’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada e verifica se e quali settori si siano conformati all’accordo varato durante il primo mandato di Trump. Il capo del ministero del Commercio Usa non ha specificato esattamente quando l’annuncio sarà dato: si sa che dovrebbe essere oggi, anche se Trump non ha in programma alcun evento pubblico dopo il suo discorso al Congresso di ieri a tarda notte.
Lutnick, poche ore dopo che il presidente Usa ha imposto dazi punitivi del 25% su tutte le importazioni da Canada e Messico e un ulteriore dazio del 10% sulle merci cinesi, ha ventilato per la prima volta l’idea di uno sgravio tariffario per le aziende che seguono le regole dettate dall’Usmca, l’accordo di libero scambio Stati Uniti-Messico-Canada firmato dal Trump durante il suo primo mandato nel 2020. “Se si rispettava l’accordo, forse si evitavano le tariffe, e se non si rispettava l’accordo, beh, lo si faceva a proprio rischio e pericolo”, ha detto Lutnick secondo cui il 2 aprile sono previste tariffe reciproche più ampie, alcune delle quali saranno applicate subito, mentre altre potrebbero richiedere settimane o mesi prima di essere imposte. Tali tariffe corrisponderebbero alle aliquote dei dazi all’importazione applicate da altri Paesi e compenserebbero le loro barriere non tariffarie: colpirebbero anche il Canada e il Messico, ma potrebbero essere un problema maggiore per l’Unione Europea, che ha tariffe sui veicoli più alte degli Stati Uniti . I Paesi Ue hanno anche imposte sul valore aggiunto, che l’amministrazione Trump considera equivalenti a una tariffa.(leggi notizia EFA News).
Il presidente Usa ha dichiarato che Messico, Canada e Cina non hanno ancora fatto abbastanza per fermare il flusso di fentanyl e dei precursori chimici dell’oppioide mortale verso gli Stati Uniti: accusa respinta dal Canada come “completamente fasulla”. I dazi minacciano di far deragliare la nascente ripresa economica del Canada e potrebbero innescare una recessione, dal momento che il Paese dipende dagli Stati Uniti per il 75% delle sue esportazioni e per un terzo di tutte le importazioni.
Le tensioni commerciali potrebbero, però, danneggiare gli stessi Stati Uniti: i nuovi dati macro pubblicati oggi hanno mostrato un rallentamento della crescita delle buste paga, nonché una minore crescita dei salari per i lavoratori che cambiano lavoro, con l’incertezza sulle politiche di Trump come probabile fattore. Il dollaro oggi ha toccato i minimi di tre mesi e gli indici azionari statunitensi sono scesi costantemente questa settimana: il Nasdaq è sceso del 9% dal 20 febbraio.
Oggi, poi, Trump dovrebbe parlare con il primo ministro canadese Justin Trudeau.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link