Varese, nuova frode bonus 110 per cento: cantieri fantasma e fatture false. Quattro indagati


di
Andrea Camurani

Denunciati per truffa ai danni dello Stato gli appaltatori dei lavori, titolari di un’impresa edile di Induno Olona (sempre nel Varesotto), e due tecnici «asseveratori». Sequestrati quasi 250 mila euro

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Denunce e sequestri nel Varesotto per «cantieri fantasma»: crediti d’imposta ottenuti tramite fatture che attestavano lavori mai eseguiti, con l’intento di truffare lo Stato. Per questo motivo la Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Varese ha attivato le indagini su alcuni cantieri edili presenti in provincia di Varese che beneficiavano del «bonus 110%» per le ristrutturazioni, in virtù della legge del 2020 che disponeva la possibilità di beneficiare degli aiuti di Stato per fornire un aiuto all’economia fiaccata dalla pandemia. Tuttavia, secondo l’accusa, quei lavori non erano mai stati realizzati o realizzati solo in parte. Gli uomini del capitano Roberto Castorina, alla guida della compagnia delle Fiamme gialle di Luino hanno attivato una serie di accertamenti su alcuni cantieri edili nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca, una località del Lago Maggiore con un ampio retroterra nelle valli. E proprio in una delle località di montagna era in corso sulla carta la ristrutturazione di un’unità immobiliare da cui tuttavia non sono emersi elementi che potessero ricondurre al fatto che i lavori fossero effettivamente svolti. 

Nei guai, denunciate per truffa ai danni dello Stato, sono finite quattro persone: gli appaltatori dei lavori, titolari di un’impresa edile di Induno Olona (sempre nel Varesotto), e i due tecnici «asseveratori» a cui era riservata la valutazione tecnica legata alla qualità delle opere. La Procura ha richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di Varese il sequestro preventivo di 240 mila euro fra immobili, autoveicoli e disponibilità economiche in capo agli indagati. «Il disegno criminoso», spiegano infatti dal comando provinciale di Varese, «si realizzava con la determinante complicità di due tecnici abilitati, che provvedevano ad asseverare falsamente l’esecuzione dei lavori, tramite l’inoltro all’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) delle previste attestazioni in materia». 




















































4 marzo 2025

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