La Corte dei Conti lancia un allarme inquietante sulla gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Sicilia. Secondo quanto emerso dall’ultima relazione presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, esiste il rischio concreto che i miliardi destinati alla ripresa economica possano finire nelle mani della criminalità organizzata.
Il pericolo delle infiltrazioni mafiose nei finanziamenti pubblici
L’organo di controllo ha evidenziato come le modalità di assegnazione e gestione dei fondi europei rappresentino un terreno fertile per possibili infiltrazioni mafiose e fenomeni corruttivi, specialmente nelle aree più fragili dell’Isola. La Sicilia, con i suoi progetti infrastrutturali e investimenti pubblici multimilionari, è un obiettivo primario per le organizzazioni criminali, sempre pronte a sfruttare le maglie larghe dei controlli amministrativi.
Secondo la Corte dei Conti, il rischio principale è che le imprese mafiose, grazie a prestanome e a società di copertura, possano aggiudicarsi appalti pubblici, con effetti devastanti sulla legalità e sulla qualità delle opere realizzate. In particolare, si sottolinea la necessità di un monitoraggio più stringente sui progetti finanziati dal PNRR, affinché i fondi non finiscano in circuiti illeciti.
Focus sulla Sicilia occidentale: Trapani e Palermo sotto osservazione
Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero appalti e finanziamenti destinati a diversi settori strategici, tra cui opere pubbliche, sanità e formazione professionale. Le province di Trapani e Palermo, storicamente aree di forte presenza mafiosa, risultano particolarmente esposte al rischio di interferenze illecite nelle procedure di assegnazione dei fondi.
I magistrati contabili hanno anche richiamato il recente caso della loggia segreta scoperta nel processo Artemisia a Trapani (ne parliamo in un altro articolo) che ha dimostrato come la criminalità organizzata riesca a inserirsi nelle maglie della pubblica amministrazione per condizionare bandi e assunzioni.
PNRR e ritardi nella spesa: un’altra criticità
Oltre al problema delle infiltrazioni mafiose, la Corte dei Conti ha segnalato i ritardi nella realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR in Sicilia. Molti fondi risultano ancora non spesi o bloccati a causa di lungaggini burocratiche e di una gestione poco efficiente da parte delle amministrazioni locali. Questo rallentamento, oltre a mettere a rischio la piena attuazione del piano, potrebbe favorire pratiche illecite, con il tentativo di accelerare le procedure attraverso scorciatoie amministrative o pressioni indebite.
Le richieste della Corte dei Conti: più controlli e trasparenza
Alla luce di queste criticità, la Corte dei Conti ha sollecitato un potenziamento dei meccanismi di controllo e vigilanza sull’utilizzo dei fondi PNRR, con un maggiore coinvolgimento di magistratura, forze dell’ordine e Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Tra le misure suggerite vi sono:
- Aumento delle verifiche sui bandi di gara, con controlli più stringenti sulle aziende partecipanti;
- Monitoraggio delle imprese appaltatrici, per evitare il riciclaggio di denaro sporco;
- Collaborazione con le prefetture, per individuare possibili collegamenti con ambienti mafiosi.
Il PNRR rappresenta una grande opportunità per la ripresa economica della Sicilia, ma senza strumenti adeguati di controllo il rischio è che diventi un’occasione d’oro per la mafia. La Corte dei Conti ha acceso i riflettori su un pericolo reale: senza interventi mirati, le risorse europee rischiano di finire nelle mani sbagliate, alimentando un sistema di corruzione e malaffare che soffoca lo sviluppo dell’Isola.
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