Decreto bollette: l’aiuto a famiglie e imprese pagato con le….bollette



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Il governo approva il decreto contro il caro bollette, stanziando 3 miliardi in favore di  famiglie e imprese. Ma non per tutti. I fondi andranno ai nuclei familiari con un Isee che non va oltre i 25mila euro all’anno. E alle “microimprese vulnerabili”, i cui parametri devono ancora essere definiti. Si tratta di un decreto dal “respiro corto”: il sostegno al pagamento delle bollette elettriche delle famiglie sarà limitato a soli tre mesi.

Alla fine il decreto bollette è arrivato in Consiglio dei ministri. Con poche certezze (quelle che abbiamo elencato in premessa) e ancora tanti dubbi. C’è la scelta politica: aiutare il maggior numero di cittadini (con uno stanziamento pari a 1,6 miliardi). Il reddito Isee a 25 mila euro copre circa 8 milioni di famiglie sui 16,5 milioni totali. Allo stesso modo il governo ha deciso di sostenere le Pmi e non il mondo delle imprese in generale. Impossibile non pensare a una scelta elettorale e non strutturale, visto che stiamo parlando di un provvedimento che vale per tre mesi. Per le famiglie vale al massimo 200 euro. Raddoppiano per chi già percepisce il bonus sociale per le bollette (con il limite Isee a 9.500 euro).

La premier Meloni annuncia i provvedimenti del decreto bollette

I fondi per le famiglie arriveranno dai fondi che erano stati accantonati dall’Authority e usati per acquistare gas in piena crisi dei prezzi

Ma i dubbi non si fermano qui. Il sussidio non è automatico, bisogna presentare domanda allegando il documento che attesta il livello Isee del reddito. Non è detto che tutti vogliano fare emergere i propri redditi, visto che entriamo in area evasione. E si potrebbe anche discutere delle coperture. Arriveranno dai fondi che erano stati accantonati dall’Authority per l’Energia da una delle tante voci della bolletta del gas: le spese per il trasporto della materia prima.

Stiamo parlando di 1 miliardo di euro che era stato destinato – in piena crisi dei prezzi – per l’acquisto di gas con cui riempire le “riserve strategiche” degli stoccaggi quando l’Europa – nell’estate del 2022 – decise di rinunciare alle forniture russe. Gas che fu acquistato ai massimi delle quotazioni e che non è stato rivenduto. Quindi per recuperare i soldi c’è il rischio concreto di dover mettere a bilancio sostanziose perdite. Al momento, comunque la somma invece di andare al Tesoro verrà girata dall’apposita cassa gestita dall’Authority per finanziare la misura destinata alle famiglie.

Dal punto di vista politico, potremmo pertanto parlare di una partita di giro. L’aiuto per sostenere gli aumenti in bollette vengono pagati dalle bollette degli italiani.

Microimprese “vulnerabili”: ma che cosa vuol dire?

Come detto, il governo ha inserito nel decreto anche un provvedimento in favore delle Pmi. Non le grandi e medie imprese, i cui proprietari non portano molti voti. A differenza di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori (la media le imprese in Italia hanno meno di 10 dipendenti). Uno degli articoli del decreto prevede di destinare risorse (oltre che alle famiglie) anche alle “microimprese vulnerabili”.

Una domanda: ma come si identifica una microimpresa “vulnerabile”? Nemmeno il decreto lo spiega, anche perché il governo non ha fornito una relazione “esplicativa”. E come verranno “scontate” le bollette alle Pmi? Domande che devono ancora avere una risposta. Di sicuro, la premier Meloni e il ministro Giorgetti hanno ascoltato il parere del numero due dell’Enel, Gianni Armani che aveva segnalato – in una intervista a Repubblicacome le grandi imprese, in particolare le energivore – erano già state abbondantemente aiutate. Cn tutta una serie di sussidi per contenere la loro bolletta. E che era ora di guardare alle piccole imprese.

Da dove arrivano i fondi per le bollette delle imprese?

Il decreto individua 600 milioni presi dalla aste per i “diritti a inquinare” (i permessi Ets). Il resto arriverà da altre “voci”. Ad esempio, per le Pmi con potenza impegnata oltre 16,5 kW è previsto l’azzeramento per sei mesi della “componente Asos degli oneri di sistema“. In pratica, l’incentivazione delle energie rinnovabili. In questo caso le coperture arriveranno dall’Unione Europea, in particolare dai rimbosi riconosciuti agli Stati membri per “misure di riduzione dei costi in materia energetica“.

Altre misure contenute nel decreto sono così state spiegate dalla premier Meloni. “Oltre a un certo prezzo dell’energia, lo Stato ha deciso che rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di Iva alla riduzione delle bollette“. La presidente del Consiglio ha inoltre spiegato che sarà previsto un meccanismo “che ci consentirà di utilizzare in base all’andamento futuro dei prezzi dell’energia anche ulteriori 3 miliardi e 500 milioni di euro del Fondo sociale per il clima”.

Restituire l’Iva delle bollette? Si potrebbe già fare

Va segnalato che l’Iva sul gas si potrebbe già restituire. Il decreto prevede che il meccanismo di restituzione scatti quando il prezzo del gas sul mercato “ecceda quello di riferimento indicato nel Def (il Documento di economia e finanza del governo)” nei due mesi antecedenti all’approvazione del decreto. Ma come ha fatto notare il sito specializzato Staffetta quotidiana, “la circostanza sembra essersi già avverata: solo per restare al primo bimestre 2025, il prezzo medio è stato di circa 51 euro al MWh contro un valore Def di 40 euro, oltre il 30% in più“.

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