Ragusa (Als Mcl), corridoi lavorativi sono “vantaggiosi” in quanto “sostengono l’economia e rispondono adeguatamente al fabbisogno di manodopera delle imprese”



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In Italia la formazione professionale e civico-linguistica è “demandata all’iniziativa delle singole organizzazioni, ma noi riteniamo che sia necessario ricondurre tutto ciò a ad una logica di sistema”. Lo ha detto questa mattina Paolo Ragusa, Presidente dell’Associazione Lavoratori stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori (Als Mcl) nel suo intervento introduttivo al convegno sul tema “Italia e immigrazione. I diritti del lavoro e i corridoi lavorativi” promosso dal Movimento cristiano lavoratori Als Mcl. Per Ragusa i “corridoi lavorativi nascono per formare cittadine e cittadini stranieri residenti in Paesi che non fanno parte del continente europeo, per fornire loro tutti gli strumenti che possano garantire l’ingresso in modo sicuro nel territorio italiano, un lavoro stagionale presso le aziende che hanno aderito al progetto e un inserimento nel contesto socio-economico italiano”. Il presidente di Als Mcl ha fatto riferimento alla formazione professionale e civico-linguistica nei Paesi terzi, che mira – ha spiegato – a “preparare i lavoratori stranieri nei loro Paesi d’origine, garantendo il loro ingresso sicuro e legale in Italia, in base ai fabbisogni occupazionali delle imprese”. Una formazione che conferisce ai lavoratori formati un titolo che consente loro di fare ingresso regolare in Italia in deroga alle quote stabilite dal cosiddetto Decreto Flussi, in ottemperanza alle previsioni del Decreto Cutro. “Noi riteniamo – ha detto ancora Ragusa – che “i corridoi lavorativi siano un percorso importante intanto dal punto di vista etico, poiché i lavoratori formati non dovranno più affrontare le pericolose traversate nel Mediterraneo, a bordo delle carrette del mare, ma potranno invece utilizzare mezzi di trasporto sicuri, senza rischiare la vita e senza dover pagare. I corridoi lavorativi ci permettono di contrastare concretamente l’attività illecita dei trafficanti di esseri umani”. Dall’altro lato sono “vantaggiosi” per il nostro Paese, in quanto “sostengono l’economia italiana e rispondono adeguatamente al fabbisogno di manodopera delle imprese”. Attualmente sono stati approvati 28 progetti di formazione per organizzarla in 15 Paesi, con l’obiettivo di formare i primi 5.000 lavoratori. Tra questi anche un progetto di Als Mcl in Marocco che prevede la formazione dei primi 60 lavoratori a FEZ nei settori del tessile, della sanificazione e dell’industria alberghiera, che saranno successivamente assunti da imprese siciliane e abruzzesi. Sempre in Marocco seguirà un ulteriore step di formazione nel settore agricolo. E anche altre iniziative sono in corso. Ragusa ha lanciato anche una proposta a Sviluppo Lavoro Italia: “istituire attraverso una procedura di evidenza pubblica, un tavolo di coprogettazione per condividere alcuni percorsi di formazione professionale e civico linguistici. Si possono individuare gli enti del Terzo Settore esperti in materia e coinvolgerli come partner, non solo come fornitori”. “L’immigrato è una persona che va rispettata. Non è utile – ha spiegato ancora –  presentare l’immigrazione come la panacea di tutti i mali, ma allo stesso tempo non è corretto strumentalizzare il fenomeno per alimentare paura sociale. La nostra posizione è equilibrata: riteniamo necessario favorire la migrazione legale, organizzare una buona accoglienza e una buona integrazione, contrastando al contempo l’immigrazione irregolare senza mai ledere i diritti umani”.

Fonte: Agensir





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