Borse 3 marzo | Europa vola ai massimi con i titoli della Difesa, Milano a +1,07%


di
Redazione Economia

L’euforia per i titoli della difesa, in vista di un piano di riarmo dell’Europa, spinge i listini europei su nuovi massimi.Leonardo ha chiuso in testa al Ftse Mib (+16,13%), arrivando a toccare +20% nel pomeriggio

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L’euforia per i titoli della difesa, in vista di un piano di riarmo dell’Europa, spinge i listini europei su nuovi massimi. A Milano il Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dell’1,07% superando i 39 mila punti (riagganciati il 26 febbraio) tornando ai massimi dal 2007. L’indice francese (con un massimo intraday a 8.257 punti) ha superato il precedente record di chiusura di 8.240 stabilito nel maggio 2024. A Francoforte il Dax è scattato del 2,6% (oltre 23mila punti), toccando un nuovo record storico, con la volata di Rheinmetall (+15%). (qui i listini in tempo reale).

Il focus sulla difesa

La Germania – secondo indiscrezioni stampa – avrebbe allo studio due maxi fondi speciali per la difesa e le infrastrutture, per una spesa pubblica vicino ai mille miliardi di euro, ma senza toccare il freno al debito che resterebbe in vigore. Intanto, il gap tra la performance europea e quella americana è sempre più evidente: l’Euro Stoxx infatti da inizio anno ha guadagnato il 13,5% contro il +3,25% del Dow Jones, con uno scarto superiore a +10%. A sostenere la corsa delle quotazioni dei produttori di armi europei sono le prospettive di un aumento delle spese per la difesa da parte dell’Europa e gli aiuti all’Ucraina, annunciati alla vigilia dopo il vertice di Londra. Oggi inoltre, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha annunciato che domani informerà gli Stati membri con una lettera «sul piano Rearm Europe», un piano per riarmare l’Europa, in vista del Consiglio europeo del 6 marzo. A stretto giro è arrivato il commento del consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Mike Waltz, secondo il quale, «è ora che gli alleati europei aumentino gli investimenti per la propria difesa», rimproverando gli alleati della Nato di non aver ancora rispettato gli impegni sulla difesa.




















































Il focus sull’azionario

Così Leonardo ha chiuso in testa al Ftse Mib (+16,13%), arrivando a toccare +20% nel pomeriggio, come Rheinmetall (+15,2%) a Francoforte, Thales (+16,9%) a Parigi e Bae Systems (+14%) a Londra. Sul listino milanese seduta brillante anche per Iveco(+6,15%), che recentemente ha annunciato lo scorporo della sua divisione Difesa. Ben impostate anche le banche, con Unicredit (+2,7%) che guida i rialzi del settore. Tra le banche, gli acquisti hanno premiato anche Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Banco Bpm, in attesa degli ulteriori sviluppi del risiko del settore. Si sono indeboliti invece i titoli degli energetici, con Tenaris e Eni che chiudono sulla parità. In fondo al listino Saipem con un calo del 2,2%, anche se la maglia nera va ad Amplifon (-2,46%). Brunello Cucinelli chiude con un ribasso dell’1,3% dopo il downgrade Stifel. Seduta negativa anche per le utility con cali dell’1% per Enel, Terna e Snam. Fuori dal listino principale, buona performance per Fincantieri (+4,4%). (qui i titoli in tempo reale).

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Energia e valute

Sul mercato valutario l’euro si rafforza e sfiora 1,05 dollari (da 1,04 in avvio e venerdì in chiusura. La moneta unica scambia anche a 157 yen (da 156,51 in avvio), mentre il cambio dollaro/yen scende a 150,2 (da 150,4). Vira al ribasso il prezzo del petrolio con il Brent a 72,7 dollari al barile (-0,2%), e il Wti a 69,5 dollari (-0,3%). Bitcoin in calo dell’1% ma sopra i 90.000 dollari, con l’intenzione di Trump di creare una riserva strategica Usa di criptovalute. In rialzo il gas naturale scambiato ad Amsterdam a 45 euro al mwh (+1,6%).

L’attesa per Trump sui dazi

In Giappone l’Au Jibun Bank Japan Manufacturing Pmi si è attestato a 49,0 a febbraio, leggermente al di sopra dei dati flash di 48,9. L’ultimo risultato ha fatto seguito al minimo da 10 mesi di gennaio di 48,7, con la produzione in calo per il sesto mese consecutivo, anche se il ritmo di riduzione si è attenuato. Secondo S&P Global, i nuovi ordini si sono ridotti, prolungando la sequenza di cali iniziata nel giugno 2023. Dall’altra parte dell’Atlantico c’è grande attesa su quello che deciderà Trump sui dazi di Messico e Canada e per lo speech che sempre domani il presidente Usa terrà davanti alla sessione congiunta del Congresso. 

Il discorso alle Camere

Si tratterà del primo discorso davanti alle Camere da quando il presidente ha prestato giuramento lo scorso 20 gennaio. Solitamente in queste occasioni ci si rivolge al Congresso riunito per fare il punto sul programma. Trump dopo il suo insediamento ha firmato ben 79 ordini esecutivi, tra cui quello in cui ha ritirato gli Usa dall’Organizzazione mondiale della sanità e un altro in cui ha puntato a ridefinire la cittadinanza per diritto di nascita, che è stato bloccato da numerosi giudici.


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