Dimezzati i crediti alle imprese astigiane: “Le banche propongono solo investimenti”


I finanziamenti erogati alle imprese astigiane sono in calo del 41%: nel 2011 ammontavano a 2,8 miliardi di euro, nel 2024 si attestano a 1,6 miliardi.

In compenso gli imprenditori sono più propensi a fare ricorso agli autofinanziamenti, facendo crescere i depositi bancari. I dati parlano chiaro: i forzieri del mondo produttivo sono cresciuti del 149%: passando da 500 milioni di euro del 2011 agli attuali 1,2 miliardi.

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

Questa il panorama finanziario fotografato dalla Cgia, associazione artigiani e piccole imprese, dedicando un’analisi ad ampio spettro dal nord al sud Italia. In Piemonte c’è solo la provincia di Torino in controtendenza sul piano dei finanziamenti: tra il 2011 e il 2024 sono calati del 9%, cioè da 28,9 miliardi a 26,3 miliardi. La media regionale registra un meno 24%.

Le banche non si fidano a concedere finanziamenti e gli imprenditori hanno paura a chiederli

Gli Istituti di credito non si fidano a concedere crediti e gli imprenditori hanno paura a chiederli. «Le banche propongono investimenti e non finanziamenti – spiega Marco Prainito, titolare del Mollifico astigiano – propongono tassi del 4% sui depositi con spese che ammontano al 3,5%. Non è conveniente».

Così si cercano risorse interne, per sostenere le spese correnti e valutare investimenti. «Questa è la mia ricetta – aggiunge l’imprenditore – deposito gli utili in banca, pago il 26% di tasse e quando ho bisogno utilizzo quella provvista, ma con parsimonia. Se investo, le tasse arrivano poi al 50%».

I tempi cambiano. «Negli Anni 80 l’imprenditore si finanziava con i soldi delle banche, ora non è il caso».

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Così aumentano i depositi bancari. Meglio fare ricorso al salvadanaio. In Piemonte nel 2011, gli imprenditori lasciavano in banca 14,4 miliardi di euro: lo scorso anno sono saliti a 34,6 miliardi.

La provincia con più risparmiatori è Cuneo: i depositi bancari in capo alle imprese sono saliti del 235%, da 2,1 miliardi di euro, fino a 6,9 miliardi in poco più di un decennio. «C’è un forte scollamento tra mondo bancario e mondo produttivo», dice Vincenzo Tagliareni di Federcontribuenti, che ha seguito diversi contenziosi. «Manca la fiducia – spiega – ho appena finito di far periziare un mutuo di 140 mila euro, per il quale un’azienda ha pagato 57 mila euro di interessi». Per venire incontro all’impresa, la banca avrebbe proposto un altro finanziamento: «Sarebbe servito a pagare i debiti e non per favorire gli investimenti – precisa Tagliareni – Il titolare ha detto “no grazie”».

Cambia il mercato del credito

Meglio utilizzare i risparmi di una vita per finanziare l’impresa, sempre che si voglia ancora rischiare. «Una quarantina di anni fa, le famiglie garantivano con i propri risparmi l’apertura di attività dei loro figli, ora non lo fanno più, lasciano i soldi in banca» dice Carlo Bosticco, titolare di Format srl, azienda leader nel settore informatico.

Cambia anche il mercato del credito: «Non si aprono più linee di credito tradizionali, cioè anticipi fatture o fidi – spiega l’imprenditore – e gli istituti di credito preferiscono finanziare le grandi aziende piuttosto che le piccole».

Piccole imprese che spesso sono nate negli anni del «boom» economico e sono gestite dalla terza generazione imprenditoriale: «Spesso hanno perso il mordente iniziale – racconta Bosticco – e il titolare ha superato i 60 anni, difficile in quel caso essere finanziato».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita