Le microimprese, che rappresentano il 94% delle attività economiche in Veneto e impiegano circa il 39% della forza lavoro regionale, continuano a subire un pesante divario nei costi energetici. Nel primo semestre del 2024, infatti, hanno pagato l’energia elettrica il 164,7% in più rispetto alle grandi aziende: 348,3 euro per MWh contro i 131,6 euro per MWh delle industrie con alti consumi (70-150mila MWh/anno). A denunciarlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Il costo dell’energia per le microimprese italiane è il più alto dell’Eurozona: A livello europeo, l’Italia detiene il primato del costo energetico per le microimprese, con una tariffa superiore del 18,5% rispetto alla media UE. Il divario rispetto ai competitor diretti è evidente: il costo è superiore del 5,8% rispetto alla Germania, del 38% rispetto alla Francia e del 43,2% rispetto alla Spagna. Tuttavia, la penalizzazione dei piccoli imprenditori non è solo un fenomeno italiano: anche in altri Paesi europei le microimprese pagano molto più delle grandi aziende, con differenziali che vanno dal +136,2% in Germania al +242% in Francia.
PERCHE’ IN ITALIA I PICCOLI PAGANO DI PIU’? L’ampliamento del divario è stato influenzato dalla riforma degli energivori del 2018, che ha ridotto il costo dell’energia per le grandi aziende trasferendo il peso degli oneri sulle imprese non agevolate. Sebbene le misure del governo Draghi abbiano in parte ridotto questo gap, la struttura tariffaria italiana rimane penalizzante per le piccole realtà. A gravare ulteriormente sulle bollette italiane è il peso delle tasse e degli oneri di sistema, che incidono per il 18,4% sul costo totale, contro il 14,7% in Germania e appena il 3,5% in Francia. Per le microimprese italiane, la componente fiscale e di rete pesa tre volte di più rispetto alle grandi aziende.
PREZZI DELL’ENERGIA: CALO NEL 2024, POSSIBILE RIPRESA NEL 2025 Dopo un calo significativo nel 2023 (-13,8% per il gas e -14,6% per l’elettricità), i prezzi hanno ripreso a salire. A inizio 2025, il gas ha raggiunto 54 euro per MWh (+93%), mentre l’energia elettrica ha toccato 152 euro per MWh (+73%). Tuttavia, siamo ancora lontani dai picchi del 2022, quando il gas arrivò a 233 euro per MWh e l’elettricità a 543 euro per MWh.
POVERTA’ ENERGETICA, IN VENETO COINVOLTE OLTRE 300MILA PERSONE Nel 2023, 2,4 milioni di famiglie italiane (circa 5,3 milioni di persone) hanno vissuto in condizioni di povertà energetica (PE), ovvero in abitazioni poco riscaldate, scarsamente illuminate e con limitato accesso agli elettrodomestici. Le situazioni più critiche si registrano in Calabria (19,1% delle famiglie), Basilicata (17,8%) e Molise (17,6%). In Veneto, le famiglie in difficoltà energetica sono 135mila (6,3% del totale), coinvolgendo oltre 303mila persone. Il fenomeno colpisce soprattutto nuclei numerosi con difficoltà economiche e abitazioni in cattivo stato.
Il profilo tipico del capofamiglia in PE è un disoccupato, pensionato solo o lavoratore autonomo. Inoltre, l’utilizzo del gas come principale fonte di riscaldamento rappresenta un fattore di rischio maggiore rispetto a combustibili alternativi come pellet, gasolio o legna.
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