Oltre 68 milioni di utile, con una raccolta totale che si attesta a 7,2 miliardi di euro (+5,13% rispetto all’anno prima) e i finanziamenti verso la clientela a 3,6 miliardi (+3,74%). È un bilancio 2024 ampiamente positivo quello approvato nei giorni scorsi dal consiglio di amministrazione della Bcc ravennate, forlivese e imolese, che l’anno scorso ha confermato il sostegno alle imprese (267 milioni di euro di mutui erogati) e alle famiglie (2.804 i nuovi mutui casa) del territorio. “Abbiamo tutti i valori in crescita – sottolinea il presidente Giuseppe Gambi –. E quando parlo di valori, vado oltre i freddi numeri. Non siamo un normale istituto di credito, dobbiamo esserne consapevoli. In quanto banca di comunità, dobbiamo dare risposte semplici e concrete ai bisogni delle persone, e lo facciamo fornendo loro servizi”.
Al di là dei positivi dati di bilancio, che anno è stato il 2024 per la Bcc ravennate, forlivese e imolese? “Siamo riusciti a portare avanti il nostro lavoro di accompagnamento del territorio, con una crescita testimoniata anche dall’adesione di nuovi soci. Abbiamo avuto quasi 5mila entrate negli ultimi tre anni, poco meno della metà delle quali donne. E con oltre mille giovani. Abbiamo partecipato a oltre tremila iniziative, restando vicini alla sanità, alle parrocchie e alle persone in generale erogando contributi. Uno sforzo che, sempre negli ultimi tre anni, è valso oltre 30 milioni di euro”.
Di recente avete raggiunto quota 40mila soci. Un bel traguardo. “Un ottimo risultato. È la dimostrazione più lampante della fiducia che il territorio ripone nei nostri confronti, ma è anche un elemento che aumenta il nostro livello di responsabilità”.
Quali prospettive per il 2025? “L’impegno nei confronti del territorio non può che aumentare. Il budget che diamo ai nostri comitati locali per portare avanti interventi e iniziative sul territorio è aumentato del 35%: siamo passati da 2,3 a 3 milioni. Ci aspettiamo un rallentamento dei prestiti, vista l’incertezza del contesto economico e il calo della produzione industriale. Ma poi qui siamo in Romagna, le imprese non si spaventano e vanno avanti nel segno di ottimismo e tenuta”.
Come banca fortemente radicata sul territorio avete ben presente il polso della situazione delle imprese. In questo momento, che cosa chiedono? “La preoccupazione è legata, da un lato, alla possibilità di crescere negli investimenti che vadano a reddito; e dall’altro a una ulteriore riduzione della produzione industriale. Poi c’è questa maledetta storia dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, che può creare grosse difficoltà. Vedremo gli sviluppi nei prossimi mesi”.
E le famiglie in che fase si trovano? “Il calo dei tassi di interesse ha portato a un aumento delle richieste di mutui, spinta anche dalla difficoltà nel reperire case in affitto. Dopo anni di inflazione pesanti, le famiglie hanno consumato leggermente i risparmi. Ora però si stanno riorganizzando: in tante si sono rese conto che se si cerca un po’ di remunerazione, non si possono tenere i risparmi nel conto corrente. E si stanno orientando su forme alternative con vincoli di sei mesi o di un anno, per ottenere qualcosa in più. E questo va sia nell’interesse delle famiglie che in quello della banca”.
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