Venerdì 28 Febbraio 2025 — 16:07
L’accesso al credito per le imprese della provincia di Livorno è in caduta libera. A confermarlo sono i dati della Cgia di Mestre sui prestiti erogati nelle province italiane tra il 2011 e il 2024, che dipingono un quadro allarmante. Marcucci (Confcommercio Livorno): “Le banche non voltino le spalle alle piccole e medie imprese”
L’accesso al credito per le imprese della provincia di Livorno è in caduta libera. A confermarlo sono i dati della Cgia di Mestre sui prestiti erogati nelle province italiane tra il 2011 e il 2024, che dipingono un quadro allarmante.
“La situazione è preoccupante – dichiara Francesca Marcucci, presidente di Confcommercio Provincia di Livorno – tassi ancora alti e un sistema bancario che sembra aver smesso di sostenere le piccole e medie imprese. Il nostro territorio è composto prevalentemente da attività di piccole dimensioni: l’85% delle aziende ha meno di 10 dipendenti e spesso si tratta di realtà a conduzione familiare. Eppure, queste imprese, che rappresentano la spina dorsale dell’economia locale, sempre più spesso si sentono abbandonate da banche che registrano utili da record, ma negano il supporto necessario alla crescita del tessuto imprenditoriale”.
I numeri parlano chiaro: i prestiti alle imprese livornesi sono crollati da 5,1 miliardi di euro nel 2011 a soli 2,8 miliardi nel 2024, con una contrazione del 45,3%. Un dato che posiziona Livorno al secondo posto in Toscana per la maggiore riduzione del credito, subito dopo Siena.
“Non siamo più di fronte a un semplice campanello d’allarme – aggiunge Federico Pieragnoli, direttore generale di Confcommercio Provincia di Livorno – ma a un vero e proprio fallimento del sistema bancario, che sta voltando le spalle alle micro e piccole imprese. Queste realtà sono il cuore pulsante dell’economia: creano occupazione, garantiscono coesione sociale e mantengono vivo il tessuto commerciale delle nostre città. Se non si interviene subito con misure concrete, il danno rischia di diventare irreversibile”.
“Senza un accesso al credito rapido e flessibile – conclude Pieragnoli – le imprese non possono investire, innovare e, in molti casi, nemmeno sopravvivere. È necessario che il sistema creditizio torni a svolgere il proprio ruolo, garantendo condizioni di finanziamento adeguate per sostenere lo sviluppo e la competitività del nostro territorio”.
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